Questo spettacolo si muove all’interno di una raccolta personalissima di canti, piccole riflessioni, musiche interpretati da Miriam Palma che coniuga la ricerca alla tradizione vocale siciliana. L’idea su cui si fonda il progetto è quella di cogliere l’aspetto più peculiare della musicalità e del canto siciliano. Con questo intento si è guardato indietro a quella grande vocalità di appartenenza medio-orientale da cui trae origine il canto siciliano: le sfumature, i melismi, i quarti e ottavi di tono che lo rendono particolare e affascinante. Come ricorda il principe nel suo capolavoro il Gattopardo, “anche la bella Gigougin veniva trasformata in nenia araba, sorte cui deve soggiacere qualsiasi melodietta vivace che sia cantata in Sicilia”. Dunque un ritorno a casa, alle origini a quegli archetipi vocali che affondano le radici direttamente nella cultura greca e mediorientale. Uno sguardo alla Sicilia alla sua natura complessa e multiforme, dove gli estremi, primitività e raffinatezza convivono apparentemente tranquilli. Lo spettacolo concerto consiste di una raccolta di canti della tradizione siciliana “quelli che ho più amato” intercalati da piccole riflessioni, considerazioni, tra l’ironico e il surreale, tratte da“ alcuni scritti di Gesualdo Bufalino. Lo spettatore verrà proiettato nell’immaginario geografico e umano siciliano.