![]()
|
BELLE EPICHE
TERRA MATTA (1943-1968) 27-28 MARZO 2021 tratta dall’opera letteraria di Vincenzo Rabito
narrazione a cura di Stefano Panzeri TERRA MATTA è tratto dalla straordinaria autobiografia di un bracciante siciliano di inizio secolo, scritta in sette anni, tra il 1968 e il 1975 su una vecchia Olivetti.
Si tratta di un’opera monumentale: 1027 pagine a interlinea zero, senza un centimetro di margine superiore, nè inferiore, nè laterale. Un’opera che si caratterizza per una lingua, dura, grezza, infarcita di dialettismi, con il punto e virgola a dividere ogni parola dalla successiva. TERRA MATTA (1943-1968) è la terza e ultima parte di un progetto di 4 monologhi che ripercorrono tutta la vita del protagonista lungo tutto il Novecento. TERRA MATTA E IL PROGETTO OLTREOCEANO LA MEMORIA MIGRANTE ITALIANA OLTREOCEANO è un progetto di raccolta e restituzione attraverso il teatro della memoria migrante italiana nel mondo. Dopo una prima edizione nel 2015 e una prima raccolta di storie, scambiandole con il primo capitolo del racconto di Vincenzo direttamente nelle case degli italiani di oltreoceano, nel mese di giugno 2016 il secondo capitolo della trilogia -TERRA MATTA (1918-1943)- è stato restituito, arricchito del dalle storie recuperate nel primo viaggio, agli italiani di Argentina e Uruguay e scambiato con nuove storie e testimonianze, sempre legate alla migrazione italiana, inserite in questa terza parte. TERRA MATTA (1943-1968) ha debuttato a Buenos Aires il 27 maggio 2017, RESTITUENDO A GLI ITALIANI DI OLTREOCEANO anche questi LORO RICORDI. UNA DRAMMATURGIA VERA E DINAMICA L’aspetto composito e “itinerante” della drammaturgia è alla base della mia ricerca che dal Sud America si è estesa all’Europa, (Uk e prossimamente Germania) al Nord America e all’ Australia, inseguendo le rotte della migrazione italiana: sulla base di una testimonianza autentica e personale come lo scritto di Vincenzo Rabito, costruisco personaggi, non appartenenti al vissuto dell’autore, ma “fatti” di storie vere, altrettanto autentiche, e li inserisco nella narrazione, facendo lasciare anche a loro la propria testimonianza di vita: così, ad esempio per questa terza parte, i ricordi di giovani donne migranti del secondo dopoguerra, confluiscono nei personaggi e nelle storie di Rita, Brunilde e Antonietta che affiancano la voce di Vincenzo sul palco. Naturalmente ad ogni viaggio presso le comunità migranti e ad ogni conseguente raccolta di storie, la drammaturgia cambia e si arricchisce di nuovi dettagli nuovi aneddoti che vanno a confluire nell’universo umano di Vincenzo e della sua storia. TERRA MATTA (1943-1968) è il racconto in prima persona dell'immane e intimo sforzo di sopravvivere ed emanciparsi dalla miseria e dal vuoto umano, sociale ed economico lasciato dalla Seconda Guerra Mondiale. La vicenda umana di Vincenzo e quella di Rita, Brunilde e Antonietta, testimonianze raccolte attraverso il racconto di Rabito tra gli italiani di Sud America (progetto Oltreoceano) scorrono sullo sfondo dell’occupazione americana, della Resistenza, della Liberazione e dei grandi avvenimenti politici che segnano l’avvento della Repubblica. Mentre ci racconta della nascita dei figli Gaetano e Giovanni, Vincenzo parla dei briganti, delle elezioni, del lavoro che manca, della casa cantoniera, ma anche dell’ascesa della Democrazia Cristiana, dell’avvento della televisione, della costruzione dell’Italia di oggi, e dopo un breve ritorno sulle terre del Piave chiude la sua testimonianza ricordandoci: “che belle epiche che sono queste, che belle epiche che hanno capitato tutta questa cioventù” TERRA MATTA è un monologo di un attore con sedia e musica... del resto per questa volta abbiamo pensato di fare a meno. Le parti Terra Matta 1 (1899-1918): è il racconto in prima persona dell'immane e intimo sforzo di emanciparsi dalla miseria; la vicenda umana del protagonista scorre in un intreccio di grande e piccola storia sullo sfondo della poverissima Italia rurale di inizio secolo, sorpresa e dilaniata dalla Grande Guerra, l’Italia sacrificata, l’Italia delusa da una vittoria “fragile” Terra Matta 2 (1918-1943): racconta lo sforzo di “rialzarsi” dopo la Grande Guerra, il Fascismo e il ritorno della guerra. Sullo sfondo degli eventi di quegli anni scorre la storia di Vincenzo e quella di Lina e Saverio, personaggi nati dai ricordi degli italiani emigrati in quel periodo in Argentina, raccolti con il progetto teatrale sulla memoria migrante italiana Oltreoceano. Terra Matta 3 (1943-1968): racconta l’Italia dal secondo dopoguerra al ‘68. Vincenzo narra la nascita dei figli Gaetano e Giovanni, l’ascesa della D.C., la prima televisione, i briganti; alla sua vicenda umana si affiancano quelle di Rita, Brunilde e Antonietta, donne emigrate in quegli anni in Argentina e raccolte con il progetto sulla memoria migrante italiana Oltreoceano 2. DAL 28/3/2019 ESISTE ANCHE UN Terra Matta 4 (1968-1981): tratto dalle pagine inedite di una seconda stesura dello scritto di Rabito, avute a Sydney dalle mani el figlio Giovanni, in cui Vincenzo narra i suoi ultimi anni di vita. NOTE DI REGIA Per la sua teatralità e per il suo forte valore storico la testimonianza di Rabito, scritta senza alcuna velleità artistica e solo per fare il punto sulla propria vita, per dire “ecco, questo io sono”, mi ha affascinato al punto da farmi decidere di cimentarmi con una lingua non mia e farmi portatore di questo racconto di vita vera in forma di trilogia: tre monologhi che raccontano la fame dell’Italia rurale di inizio secolo, la Grande Guerra, il primo dopo guerra, il ventennio fascista, l’Africa, la seconda Guerra Mondiale, il secondo dopo guerra e la migrazione, l’ascesa della democrazia Cristiana, l’avvento della Televisione, etc. Ma Terra Matta presto mi ha mostrato un nuovo ambito di ricerca, una nuova e più ampia portata di questa testimonianza: la storia di Vincenzo vista nella sua interezza mi ha fatto pensare al migrante inteso come colui che è costretto a muoversi per trovare la felicità. Quest’analogia, unita con il fatto che Terra Matta costituisce uno straordinario esempio di auto-scrittura, mi ha portato a costruire - grazie a un crowdfunding - il progetto “Nelle nostre case oltre l’oceano” con il quale dal 2014 giro nelle case degli italiani di Argentina, Uruguay e Usa (esiste anche una versione europea del progetto inaugurata a settembre 2016 in UK) per raccogliere, partendo dall’opera di Vincenzo, testimonianze e ricordi legati al nostro passato migratorio. L’ingente corpus di memoria migrante raccolto dopo il primo viaggio mi ha fatto intuire l’importanza della restituzione di queste storie e ancora una volta mi è venuto in soccorso lo scritto di Rabito: intorno ai racconti da oltreoceano o oltremanica sono stati costruiti dei personaggi fittiziamente inseriti nella storia di Vincenzo, in una drammaturgia dinamica e vera, frutto del montaggio di frammenti di vita autentica; così, “passata attraverso il teatro”, la memoria migrante italiana è stata restituita ai legittimi proprietari attraverso gli spettacoli di Terra Matta. |