Io, Caravaggio Ispirato al romanzo di Dominique Fernandez “La course al’abîme” 8 maggio 2020
Mai come in Caravaggio l’arte e la vita si mescolano: la violenza dei suoi quadri si ritrova nella sua esistenza e viceversa. La foga, la frenesia con cui Caravaggio prepara e realizza i suoi capolavori (che il pubblico vedrà crearsi in scena, quasi per magia) è la stessa frenesia, la stessa violenza con la quale Caravaggio corre verso l’autodistruzione. In una rievocazione palpitante e coinvolgente, Caravaggio rivive l’infanzia nel piccolo borgo lombardo, l’approccio alla pittura, i primi problemi con la giustizia, l’arrivo a Roma… Nella Città Eterna il giovane Michelangelo, grazie a quadri carichi di una forza e di un erotismo mai visti, sconvolge la pittura e raggiunge la gloria. I potenti se lo contendono, i cardinali lo proteggono e rapidamente diventa il pittore ufficiale della Chiesa. Il suo stile pittorico straordinario è accettato, anche se con qualche difficoltà; ma il suo stile di vita è una provocazione intollerabile per l’onnipresente Inquisizione. Caravaggio, senza ipocrisia, ama uomini e donne, frequenta apertamente prostitute, malfattori e vagabondi 3 che poi ritrae nei suoi quadri nelle vesti di santi e madonne; inoltre è irascibile, violento, sempre pronto a usare i pugni e la spada. I suoi soggiorni in prigione si fanno sempre più frequenti. In una delle numerose risse in cui è convolto, Caravaggio uccide un uomo. Condannato a morte, si vede costretto a lasciare da Roma ed errare tra Napoli, Malta, la Sicilia... La sua vita terminerà, in modo tragico e misterioso, su una desolata spiaggia al nord di Roma. « Scrivendo « La Corsa all’abisso » - romanzo che tenta di far rinascere la figura di Caravaggio – non immaginavo di vedere un giorno risorgere veramente davanti ai miei occhi il pittore, proprio come me l’ero immaginato, ardente di desiderio, violento, indomito, votato al sacrificio e alla morte. Invece è successo : Cesare Capiani vince la sfida d’incarnare in scena quest’uomo divorato dalle passioni. Diventa davvero Caravaggio. S’appropria del destino del celebre pittore per condurlo al disastro finale. » Dominique FERNANDEZ, dell’Académie Française Perché « Io, Caravaggio » ? Da anni desideravo portare in scena il grande artista Michelangelo Merisi. Avevo letto diversi saggi critici sulla sua arte, manuali che elucidano la sua tecnica, studi che esplorano il suo stile innovativo. Tutte queste opere mi mostravano la grandezza e l’unicità dell’artista, ma nessuna mi parlava della sua vita privata, del suo volto intimo. Nel romanzo di Dominique Fernandez ho trovato quello che cercavo ! La biografia romanzata ch’egli consacra a Caravaggio è realistica ? Plausibile ? Non mi sono posto queste domande. L’essenziale per me era di aver incontrato un personaggio in carne ed ossa, in perfetta armonia con la potenza dei capolavori che ci ha lasciato : un uomo che si racconta e si mette a nudo. Un ribelle votato all’autodistruzione. Un artista alla perenne ricerca della perfezione. Un essere violento e fragile, seducente e spaventoso come i personaggi dei suoi dipinti. Il celebre chiaroscuro di Caravaggio non caratterizza soltanto la sua opera ma l’intera sua esistenza. Cesare CAPITANI Dominique Fernandez, dell’Académie Française 4 Grande conoscitore della cultura italiana, Dominique Fernandez - membro della prestigiosissima Académie Française - è romanziere, traduttore, critico e saggista. Tra i suoi romanzi più conosciuti : « Nicolas », « Porfirio et Constance », « Le Rapt de Ganymède », « La Gloire du Paria », « L’Amour », « Le voyage d’Italie - Dictionnaire amoureux ». Nel 1982 vince il premio Goncourt con il romanzo « Dans la main de l'ange », ispirato alla vita di Pier Paolo Pasolini Nel 2003 pubblica « La Course à l’abîme ». L’8 marzo 2007 è eletto all’Académie Française. Nel 2009, pubblica « Ramon » e nel 2010 « Avec Tolstoï » (Éd. Grasset) « Transsibérien » (2012), « Dictionnaire amoureux de Stendhal » (2013), « Le Piéton de Rome » (2015).In collaborazione con il fotografo Ferrante Ferranti pubblica « Adieu, Palmyre » (2016). Cesare Capitani – autore, attore, regista Diplomato alla Scuola d’Arte Drammatica « Paolo Grassi » di Milano, vive a Parigi. Negli ultimi anni ha scritto e interpretato « L’Altro Galileo » e « Passeggiata… in Italia » uno spettacolo in cui, tra prosa e canto, Capitani invita il pubblico alla scoperta della Penisola. Scrive e mette in scena « L’Aquila di Canossa » Firma la regia de « La traversée de la nuit » di Geneviève de GaulleAnthonioz. Scrive « Rapsodia », dramma premiato al concorso Vallecorsi di Pistoia e diverse novelle. Adatta per il teatro « Il nome della rosa » di Umberto Eco. Ha scritto a quattro mani con Alberto Bassetti il suo nuovo spettacolo « Médinitalì ». A teatro ha lavorato , tra l’altro, sotto la guida di : - Giorgio Strehler, « I Giganti della Montagna » di L. Pirandello - Paolo Valerio, « Romeo e Giulietta» di W. Shakespeare - Giancarlo Sepe, « Macbeth » di W. Shakespeare - Giampiero Solari, « Plaza Suite » di N.Simon Al cinema è stato diretto da : - Dominique Farrugia, « L’amour c’est mieux à deux » - Jacques Rivette, « Va savoir » - Laurent Raymond-Vinas, « Mes amis d’en-France » Laetitia Favart – attrice, cantante 5 Attrice, mezzosoprano. Dopo una formazione di teatro classico con Antoine Campo, autore e regista, allievo di Antoine Vitez, frequenta la Scuola Internazionale di Jacques Lecoq. Segue corsi di canto lirico con Lana Martin, Emmanuel Pesnot e Martina Cartella. Partecipa alla scrittura di « Tristano e Isotta » - spettacolo in cui recita e di cui firma anche la regia assieme a Luca Cairati. Nei suoi spettacoli mescola spesso la recitazione e il canto, come in « Sous la Chair » di Lea Dante. « Shad’O » è la sua creazione più recente. A teatro lavora, tra l'altro, sotto la guida di : - Hassan Kouyaté, « Une Iliade » di R. Zahnd - Dario Fo, « Lezioni di Palcoscenico » - Carlo Boso, « Comici e capocomici » -Antoine Campo, « Le Gendarme incompris » di J. Cocteau Al cinema è diretta da : - Cristophe Prévite, “Aidez-moi” - Alice Rivon, “Sourdine” - Pascal Arnold e Jean-Marc Barr, “Chroniques sexuelles d’une famille d’aujourdhui” Breve rassegna stampa FRANCE INTER : “Le masque et la plume” 11 luglio 2010 Ho visto in anteprima a Parigi uno spettacolo straordinario. Uno spettacolo sconvolgente sulla vita di Caravaggio, tratto dal romanzo di Dominique Fernandez « La Corsa all’abisso » e interpretato da Cesare Capitani. Uno spettacolo che vi consiglio vivamente. Jacques NERSON LE FIGARO – dicembre 2010 Scalzo, spettinato, barba lunga e camicia sporca aperta sul petto,Cesare Capitani incarna il ruolo di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio. L'adattamento teatrale valorizza il realismo che emana dalle sue opere. Cesare Capitani, diretto in passato anche da Giorgio Strehler, mostra il lato selvaggio del personaggio riuscendo tuttavia a renderlo accattivante. Alla fine dello spettacolo si è presi da un unico desiderio : correre in un museo per vedere o rivedere i celebri dipinti. Nathalie SIMON GIORNALE DI BRESCIA – settembre 2010 Cesare Capitani (…) disegna la vita del grande pittore : con passione, fantasia romanzesca e precisione storica, ci porta dentro il quadro o in fondo al baratro, di una vita e di un'arte inscindibili e fuori dal comune. (…) Capitani, padrone della scena, fissa nel vuoto con occhi di brace o tende la mano verso quel cualcosa che non c'è : la luce, la perfezione di un'arte inesausta, l'incontenibile desiderio di vivere, o di morire. Simone TONELLI LE FIGARO MAGAZINE – gennaio 2011 L'inferno e la grazia. Dal bel libro di Dominique Fernandez, La Course à l'abîme, biografia romanza del pittore Caravaggio, l'artista italo-francese Cesare Capitani uomo di teatro completo, ha tratto uno spettacolo di grande intensità che, dopo il successo ad Avignone, prosegue il suo brillante cammino al Teatro Lucernaire : un momento di emozione che il teatro propone raramente. Capitani offre, con una sconvolgente sincerità di corpo e di spirito,la confessione tragica del geniale pittore... L'attore mette il proprio talento, la propria bellezza e la propria sensualità al servizio di un racconto sincero e doloroso. Philippe TESSON TELE OBS – gennaio 2011 Uno spettacolo di grande livello. Di une bellezza mozzafiato. Jacques NERSON 7 TELERAMA – gennaio 2011 Cesare Capitani rende con forza e sensualità la figura di Caravaggio : un vero ribelle, un artista che ha saputo imporre la propria visione e la propria arte nonostante la censura e i processi dell'Inquisizione. In scena Cesare Capitani « è » Caravaggio. Un lavoro intelligente che fa rinascere il grande pittore e la sua vita scandalosa. Sylviane BERNARD-GRESH PARISCOPE – gennaio 2011 Cesare Capitani è semplicemente impressionante nel ruolo di Caravaggio. Un fisico perfetto per il ruolo unito al carisma rendono ancora più sconvolgente l'intensa interpretazione dell'attore. Lo spettacolo è di una bellezza assoluta, sensuale e ribelle. Si è pronti a giurare che uno dei quadri del maestro prenda vita davanti ai nostri occhi. Da non perdere. Dimitri DENORME LA TERRASSE – luglio 2011 La luce delle candele su una scena spoglia che diventa spiaggia, palazzo, bordello, vicolo malfamato... Le trasformazioni di Laetitia Favart, che con il solo ausilio di un mantello evoca tutti i personaggi secondari dell'intrigo... La presenza intensa di Cesare Capitani che incarna un Michelangelo Merisi pieno di verità... Tutto in questo spettacolo, sobrio ed efficace, fa nascere, tra luce e oscurità, una storia, delle situazioni, dei personaggi affascinanti. La regia di Stanislas Grassian brilla nel rendere i quadri del celebre pittore. Uno spettacolo molto bello, perfettamente riuscito NICE MATIN – ottobre 2012 Spettacolo magnifico, di una rara poesia, illuminato come un quadro del pittore, e interpretato da due interpreti impressionanti : Cesare Capitani, autore e attore, e Laetitia Favart. Un’ondata di emozioni sconvolgente. Aurore BUSSER IL VENERDI DI REPUBBLICA- marzo 2016 Nel 2010 partendo da un romanzo di DominIque Fernandez, Cesare Capitani ha scritto la bellissima pièce « Io, Caravaggio » che per mesi è stata in cartellone con grande successo di pubblico e di critica. Per ribadire che un italiano sa conquistare la scena francese. Fabio GAMBARO L’HUMANITE – gennaio 2017 8 Su un palcoscenico spoglio, pochi accessori, non si tratta di mimare i quadri ma di farli rivivere. Non ci sono cavalletti, né tele, né pennelli. Solo parole, sguardi, gesti. Qualche candela. Lo spettacolo, come un fiume carico di rabbia, fa il suo corso. Le passioni scavalcano le rive. Fino all’ultimo respiro. Una vera lezione di emozioni. Gérard ROSSI Io Caravaggio di Cesare Capitani con Cesare Capitani e Laetitia Favart direzione d'attore Nita Klein luci Dorothée Lebrun